Ventitré Paesi occidentali, tra cui l’Italia, hanno firmato una dichiarazione congiunta che chiede con urgenza la fine della guerra a Gaza. Il documento, sottoscritto dai ministri degli Esteri di nazioni europee e extraeuropee, oltre che dal Commissario UE per l’Uguaglianza, la Preparazione e la Gestione delle Crisi, esprime una netta condanna della situazione umanitaria nella Striscia e invita Israele a rispettare il diritto internazionale.
“La sofferenza dei civili a Gaza ha raggiunto livelli mai visti prima” – si legge nella dichiarazione – “Il modello di distribuzione degli aiuti del governo israeliano è pericoloso, alimenta l’instabilità e priva i cittadini di Gaza della dignità umana”.
Tra i firmatari ci sono, oltre all’Italia, Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Islanda, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito.
Denuncia delle violazioni e appello al cessate il fuoco
I Paesi firmatari condannano la distribuzione a goccia degli aiuti umanitari e l’uccisione di civili palestinesi – oltre 800, secondo il documento – durante il tentativo di procurarsi beni essenziali come acqua e cibo. Le autorità israeliane sono accusate di negare l’accesso a “assistenza umanitaria essenziale”, un atto definito “inaccettabile”.
Contemporaneamente, il testo esprime la ferma condanna nei confronti di Hamas per la detenzione degli ostaggi dal 7 ottobre 2023, chiedendone il rilascio immediato e senza condizioni. “Un cessate il fuoco negoziato offre la migliore speranza di riportarli a casa e porre fine all’agonia delle loro famiglie”, affermano i ministri.
Preoccupazioni su insediamenti e sfollamenti forzati
La dichiarazione rifiuta con forza qualsiasi ipotesi di trasferimento permanente della popolazione palestinese in cosiddette “città umanitarie”, definendole una violazione del diritto internazionale umanitario. I firmatari condannano anche i piani israeliani di espansione degli insediamenti, in particolare il progetto E1, che secondo il testo “dividerebbe in due uno Stato palestinese”, rendendo irrealizzabile la soluzione dei due Stati.
Il documento denuncia inoltre “l’aumento vertiginoso” della violenza dei coloni in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, chiedendone l’immediata cessazione.
Un fronte internazionale per la pace
I 23 Paesi esortano la comunità internazionale a unirsi in uno sforzo comune per ottenere un cessate il fuoco “immediato, incondizionato e permanente”. Viene riaffermato il pieno sostegno agli sforzi di mediazione condotti da Stati Uniti, Qatar ed Egitto.
“Ulteriori spargimenti di sangue non servono a nulla”, si legge nel documento, che si conclude con la disponibilità dei firmatari a intraprendere “ulteriori azioni” per sostenere un percorso politico verso la pace.
Sostieni Popolux: con il tuo contributo possiamo continuare a fare informazione indipendente. Iscriviti e resta connesso alla verità.