Roma, sfregiata la lapide di Giacomo Matteotti: sdegno bipartisan e silenzio da Palazzo Chigi
Nella mattinata di oggi, lunedì 21 luglio, è stata danneggiata la lapide che accompagna il monumento a Giacomo Matteotti, situato sul Lungotevere Arnaldo da Brescia a Roma. Un gesto grave, che ha suscitato condanna trasversale tra le forze politiche e nel mondo delle istituzioni.
La lapide, posta in memoria del deputato socialista assassinato dai fascisti nel 1924, è stata oggetto di vandalismo le cui modalità sono ora al vaglio dei carabinieri della stazione Flaminia. Sul posto sono intervenuti gli investigatori per i rilievi tecnico-scientifici: sono in corso le indagini per risalire agli autori del gesto.
Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, si è recato personalmente sul luogo per verificare i danni. “Questo atto vandalico colpisce un luogo della memoria civile condivisa”, ha dichiarato. “Episodi simili non devono essere sottovalutati: il rispetto per una delle figure fondative della coscienza democratica italiana è un dovere che riguarda tutti”. Il ministro ha espresso anche la disponibilità immediata del dicastero a collaborare per il ripristino del monumento.
Condanna anche dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha definito l’atto “un attacco alla memoria di un italiano caduto per la libertà di tutti noi”.
A farsi sentire con forza è stata anche Elena Matteotti, nipote del parlamentare ucciso. In una dichiarazione pubblica, ha espresso delusione per l’assenza di una presa di posizione da parte della presidente del Consiglio: “Mi aspettavo in primis un gesto da parte di Giorgia Meloni. Le avevo già chiesto di esprimersi un anno fa, quando è cominciato il centenario. Sarebbe un atto doveroso, quello che tutti ci aspettiamo”. E ancora: “Mi ha fatto piacere l'intervento di Tajani, subito stamattina. Meloni non ha preso posizione, ma questo non mi stupisce: vorrebbe dire sconfessare quello in cui crede”.
Dal fronte dell’opposizione, il leader di Azione, Carlo Calenda, ha parlato apertamente di “una vigliaccata fascista che va condannata senza indugi”. Calenda ha annunciato per il pomeriggio un presidio davanti al monumento, alle 16.45, insieme al consigliere regionale Alessio D’Amato e agli eletti del suo partito. “Mi auguro che i responsabili vengano individuati al più presto. Continueremo a onorare la memoria e il sacrificio di Matteotti”, ha aggiunto.
Il danneggiamento della targa si colloca in un contesto simbolico delicato: proprio nel 2024 ricorre il centenario dell’omicidio di Matteotti. Un anniversario che, secondo molti osservatori, dovrebbe essere un’occasione per un rinnovato impegno istituzionale verso la memoria e i valori democratici.
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