L'Ucraina tende nuovamente la mano alla Russia: il presidente Volodymyr Zelensky ha confermato l'invio a Mosca di una proposta formale per un nuovo round di colloqui di pace. L’iniziativa arriva dopo lo stallo delle trattative dello scorso mese, che non avevano portato a risultati concreti.
Durante il suo discorso serale alla nazione di sabato, Zelensky ha dichiarato: «Bisogna fare tutto il possibile per raggiungere un cessate il fuoco. La parte russa dovrebbe smettere di nascondersi dalle decisioni». Il leader ucraino ha poi ribadito la propria disponibilità a un incontro diretto con il presidente russo Vladimir Putin, definendolo «necessario a garantire una pace duratura».
La proposta ucraina è stata presentata dal nuovo segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale, Rustem Umerov, nominato recentemente con l’obiettivo di rilanciare il dialogo. Umerov, già alla guida delle precedenti delegazioni ai colloqui in Turchia, ha contattato i negoziatori russi per un incontro da tenersi la prossima settimana.
Finora non è giunta alcuna risposta ufficiale da parte di Mosca, ma il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha riconosciuto venerdì che «gli sforzi di pace necessitano di maggiore slancio», riprendendo un’espressione usata dallo stesso Zelensky.
Pressioni internazionali e nuovi attacchi
Il rinnovato impulso diplomatico avviene in un contesto di crescente pressione internazionale. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha fissato un ultimatum di 50 giorni per il raggiungimento di un cessate il fuoco, minacciando altrimenti «dazi del 100%» sulle esportazioni russe e sanzioni secondarie ai paesi che acquistano petrolio dalla Russia. Ha inoltre annunciato un aumento delle forniture di armi a Kiev.
La risposta russa non si è fatta attendere. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri, ha definito l’ultimatum «un ricatto» e accusato Washington di voler sabotare il processo di pace.
Nel frattempo, il conflitto armato continua. Nella mattinata di sabato, le forze russe hanno lanciato un attacco con droni sulla città portuale di Odessa, sul Mar Nero, uccidendo almeno una persona e ferendone sei, secondo quanto riferito da Zelensky. In un post su X, il presidente ucraino ha denunciato il lancio di oltre 30 missili e 300 droni su dieci regioni del Paese.
Anche la Russia ha subito attacchi. Un drone ucraino ha colpito la regione meridionale di Rostov, ferendo un ferroviere e costringendo alla sospensione del traffico ferroviario per circa quattro ore. A Mosca, il sindaco Sergei Sobyanin ha reso noto l’abbattimento di tre droni diretti verso la capitale. Gli aeroporti Vnukovo e Domodedovo sono stati temporaneamente chiusi per motivi di sicurezza, prima di riprendere le operazioni. Secondo il Ministero della Difesa russo, tra le 15:00 e le 19:00 ora di Mosca, i sistemi di difesa aerea avrebbero intercettato e distrutto 27 droni ucraini.
Un conflitto che continua a insanguinare l’Europa
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, iniziata nel febbraio 2022, si conferma come il conflitto più sanguinoso in Europa dalla Seconda guerra mondiale. Le stime parlano di circa 1,2 milioni di persone ferite o uccise.
Il tentativo ucraino di rilanciare i negoziati arriva dunque in un momento critico, segnato da un’intensificazione dei combattimenti e da nuove pressioni diplomatiche. La risposta di Mosca potrebbe determinare se esiste ancora una possibilità concreta di porre fine a una guerra che dura ormai da oltre tre anni.
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